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Fotografia di phiraphon srithakae via Pexels

Thailandia zaino in spalla: un viaggio tra libertà e imprevisti

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Non c’è bisogno di un piano perfetto per partire. A volte basta uno zaino, un volo economico e la voglia di scoprire. È così che è iniziato il mio viaggio in Thailandia, senza un itinerario preciso e con la testa piena di immagini: isole da sogno, strade affollate, spezie nell’aria. Non sapevo ancora che, da quel momento in poi, viaggiare zaino in spalla sarebbe diventato qualcosa di più di un semplice modo di spostarsi.

La Thailandia è stato il secondo Paese che ho visitato durante il mio primo viaggio a tempo indeterminato: dopo un mese trascorso tra Bali, Nusa Penida e le isole Gili, ho deciso di puntare la bussola più a nord, con l’idea di raggiungere Krabi e scoprire quei luoghi da sogno che si vedono nei film o negli spot pubblicitari.

Le aspettative erano alte. Talmente alte che mi sono imbarcato su un volo Lion Air (non proprio tra le compagnie più affidabili) senza alcun pensiero, già in costume e infradito.

Solo che, a differenza degli spot che vedevo, ad accogliermi a Krabi non c’erano né il sole né un uomo con il cartello all’uscita del gate. Ad attendermi, invece, c’era un temporale torrenziale. “È la fine del tifone di ottobre”, dicevano. E in effetti, non avrei mai più visto tanta pioggia in Thailandia negli anni a venire.

Ma la bellezza del viaggio zaino in spalla è proprio questa: libertà assoluta, tempo a disposizione e voglia di scoprire. È in quel momento che ho capito che viaggiare non è solo uno spostamento, ma una mentalità, un approccio alla vita.
Da lì è iniziato tutto, con un biglietto low cost in tasca e un volo diretto per Bangkok.

Se anche tu vuoi partire, ricorda di dare un’occhiata al sito ufficiale del Tourism Authority of Thailand.

Un consiglio personale: che sia un viaggio breve o un’avventura di mesi, non partire mai senza un’assicurazione. Io uso Heymondo, che offre coperture complete, assistenza 24/7 e anche uno sconto dedicato ai lettori. Attiva la tua assicurazione qui e viaggia sereno.

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Bangkok: caos, curry e spaesamento

Pur non sapendo con precisione dove si trovasse, il nome Bangkok mi risuonava in testa da anni. Nel mio immaginario, la capitale thailandese era una di quelle mete da spuntare assolutamente dalla lista. E oggi credo che non esista viaggio in Asia che non passi da Bangkok.

A dirla tutta, però, il primo impatto con questa immensa realtà non è stato dei migliori. Lasciare le spiagge balinesi per ritrovarmi in una delle città più caotiche al mondo ha sicuramente contribuito a un certo spaesamento iniziale.

I grattacieli di Bangkok visti da lontano
Io a Bangkok sotto il sole mentre bevo un caffè

Bangkok è immensa, veloce, ma allo stesso tempo lenta. Tutto sembra muoversi a un ritmo proprio, lontano anni luce dal quotidiano europeo a cui ero abituato. Il vecchio si fonde al nuovo in un’armonia apparentemente casuale: non è raro vedere un tempio sacro accanto a un locale notturno. I tuk tuk mi sfrecciavano accanto a velocità supersonica. Gli odori dello street food sono intensi e pungenti. Ma, a poco a poco, ci si abitua e ci si lascia andare.

Ho capito presto che viaggiare in Thailandia è anche questo: farsi travolgere, affrontare il caos, imparare a leggere i gesti, a orientarsi nella confusione, a trovare la calma nel rumore. Dormire in ostello, chiacchierare con sconosciuti. E forse è stato proprio lì, tra tuk tuk, umidità e cartelli indecifrabili, che ho cominciato a vivere la Thailandia come un locale: a mangiare su un tavolino traballante, ad accettare che quel “please, no spicy” non ha alcun valore se decidi di vivere un’esperienza autentica.

Il Nord: Chiang Mai, Pai e la bellezza della lentezza

Se dovessi scegliere un posto dove fermarmi a lungo, magari anche per sempre, quel posto sarebbe quasi sicuramente Chiang Mai. Una città che non si dimentica. Tappa obbligata di un itinerario in Thailandia, soprattutto per chi cerca un viaggio fai da te che vada oltre le solite rotte. Chiang Mai è diventata la mia città preferita in pochissimo tempo. Perché è viva, ma mai invadente. Perché, nonostante il turismo, riesce ancora a custodire la sua anima autentica.

Mercato Chiang Mai - io in primo piano
Piazza di un tempio a Chiang Mai
Mercato a One Nimman in pieno centro Chiang Mai

Qui ho vissuto di mercatini vintage e second hand, di tramonti lungo il fiume, di templi dove a pregare sono solo i monaci e la gente del posto. A differenza di Bangkok, qui la vita rallenta e si respira. Si ha il tempo di guardarsi intorno, di ascoltare, di lasciarsi sorprendere.

E poi, da Chiang Mai, è cominciato uno dei viaggi più belli del mio itinerario: in motorino verso Pai, la città hippie del Nord. Nascosta tra le montagne e immersa in un silenzio surreale, Pai sembra uscita da un’altra dimensione. La strada per arrivarci è un susseguirsi di curve, foresta e libertà: è anche la prima tappa del celebre Mae Hong Son Loop. Se stai cercando una Thailandia da vivere davvero, zaino in spalla e vento in faccia, questo è il punto di partenza perfetto.

Vista su una statua di Buddah a Pai, in Thailandi
io al Pai Canyon
con vista tramonto
Pai canyon in Thailandia

In quei giorni ho imparato il significato di vivere la Thailandia autentica: notti condivise in capanne di legno, persone incontrate per caso, silenzi profondi, passeggiate nel verde senza meta. Tutto mi ha ricordato che viaggiare non è spuntare una lista, ma lasciarsi attraversare dai luoghi.

Il Nord della Thailandia non è solo una direzione sulla mappa. È una lezione di lentezza, un invito a rallentare, a vivere con più attenzione, a scegliere strade secondarie che diventano, strada facendo, quelle principali.

Vivere con poco (e stare bene lo stesso)

Viaggiare in Thailandia mi ha insegnato una cosa semplice: si può vivere bene anche spendendo poco. Lo street food, oltre a essere buono, è incredibilmente economico. I trasporti, i mercati, le attività più belle: difficilmente superano pochi dollari. È vero, bisogna sapersi adattare, ma non è un caso se questo Paese viene spesso definito la meta ideale per il backpacking in Asia. Gli ostelli in Thailandia, inoltre, sono economici, curati, accoglienti — e spesso diventano il cuore dell’esperienza.

Ma più di tutto, è qui che ho superato una barriera personale: quella voce nella testa che mi diceva che non sarei mai riuscito a dormire in una stanza condivisa con degli sconosciuti.
E invece ci sono riuscito. E da quel momento, non ho più avuto bisogno di tornare indietro.

Oggi viaggio quasi sempre in ostello. Non solo per spendere meno, ma perché è lì che nascono le avventure — e, a volte, anche i legami. Condividere una stanza con chi non conosci apre davvero tante porte: risate inattese, consigli scambiati al volo, idee su dove andare e cosa vedere.

E poi, diciamolo: viaggiare in Thailandia con 15 euro al giorno non è un sacrificio. È una scelta consapevole. Un altro modo di stare al mondo. Alla fine, ho scoperto che il vero lusso è la leggerezza.

Il Sud: isole, sabbia e incontri inattesi

Eccoci arrivati in quella parte del sogno da cui non vorresti mai svegliarti. Se te lo stai chiedendo: sì, le isole del Sud della Thailandia sono proprio come nei migliori spot televisivi. La sabbia è bianca e fine, il mare trasparente, e le rocce emergono dall’acqua con quell’effetto wow che ti resta stampato nella memoria.

Anche se più turistiche (e i motivi li conosciamo), la Thailandia del Sud conserva angoli dove il tempo rallenta e il turismo di massa non ha ancora preso il sopravvento. E sì, anche qui puoi vivere una vacanza in Thailandia in stile backpacker: economica, autentica, perfetta per chi viaggia da solo o con lo zaino in spalla.

In barca a Krabi
Spiaggia di Koh Tao
Thailandia del Sud -isola di Koh Samui

I locali dicono spesso: “Quando arrivi su un’isola e smetti di guardare l’orologio, sei nel posto giusto.” Ed è proprio così che mi sono sentito a Koh Tao, tra strade sterrate e tramonti rossi. A Koh Samui, dove basta spingersi lontano dai resort per trovare villaggi di pescatori e templi nascosti. In alcuni punti si arriva solo in barca e si cammina scalzi su sentieri di sabbia che sembrano sfidare l’infinito, tra falesie, mangrovie e mercatini locali.

In ogni isola, incontri inaspettati, piatti di cibo thailandese per viaggiatori affamati, chiacchiere con altri spiriti liberi e quel senso di leggerezza che ti accompagna solo quando sei davvero lontano da tutto.

Se stai cercando una Thailandia per backpacker, autentica e accessibile, il Sud è anche un’ottima alternativa. Consiglio: Basta saper guardare oltre le foto patinate, la bellezza vera è nei piccoli gesti, nella condivisione e nel silenzio del mare al tramonto.

Le difficoltà vere (che ti insegnano più della guida)

Chiariamoci subito: questo racconto non vuole essere una sviolinata su quanto sia meravigliosa questa terra. La Thailandia è splendida, sì, ma non è priva di difficoltà e imprevisti — soprattutto se, come me, non alloggi in resort di lusso e non ti affidi a un tour operator qualificato. Spoiler: no, il turismo thailandese non mi paga per dire cose belle sul suo conto (ma se ci sei… batti un colpo!).

Viaggiare sicuri in Thailandia è possibile. Ed è bellissimo. Ma servono un po’ di attenzione, spirito di adattamento e la capacità di evitare alcuni errori comuni.
Il primo? Avere fretta. Mai. Tanto è inutile. È scritto nelle stelle (e anche nella cultura locale): quel bus arriverà in ritardo. E potrebbe pure cambiare itinerario lungo il tragitto. Ma ci si abitua, e presto si capisce che è meglio regolarsi con il sorgere e il calare del sole, piuttosto che con l’orologio.

Solitudine, stanchezza, intoppi

Come ogni imprevisto diventa parte del racconto. Viaggiare zaino in spalla in Thailandia significa anche affrontare momenti storti: sentirsi soli in una città sconosciuta, avere la febbre quando meno te l’aspetti, scoprire che l’hotel che avevi prenotato… non esiste più.
Ma è proprio in quei frammenti disordinati che succede qualcosa di importante: qualcuno ti offre un passaggio, un altro ti regala un sorriso, e all’improvviso capisci che stai vivendo un’avventura che vale la pena raccontare. Alla fine, sono proprio gli imprevisti e gli errori da evitare che ti insegnano a viaggiare meglio. E, forse, anche a conoscerti un po’ di più.

FAQ – Viaggiare da soli in Thailandia: tutto quello che devi sapere

Quanto costa viaggiare in Thailandia con lo zaino in spalla?

In media, un viaggio zaino in spalla in Thailandia costa tra 15 e 25 euro al giorno, includendo cibo di strada, ostelli economici e trasporti locali. Le spese aumentano solo per attività extra come escursioni o immersioni.

Dove dormire in Thailandia se si viaggia da soli?

Se viaggi da solo in Thailandia, gli ostelli sono la scelta migliore: economici, puliti e social. Un letto in dormitorio costa da 5 a 10 euro a notte, con aree comuni perfette per conoscere altri viaggiatori.

Quali errori deve evitare un backpacker in Thailandia?

Gli errori più comuni sono: avere fretta, prenotare tour trappola per turisti, non adattarsi al clima tropicale e viaggiare senza assicurazione. Meglio informarsi, andare piano e restare flessibili.

È sicuro viaggiare da soli in Thailandia con lo zaino in spalla?

Sì, viaggiare soli in Thailandia è sicuro, anche per chi parte per la prima volta. Basta usare buon senso, evitare zone isolate di notte e tenere d’occhio i propri effetti personali nei luoghi affollati.

Cambi di prospettiva, relazioni, identità

Se dovessi raccontarti davvero cosa mi ha lasciato la Thailandia, non basterebbero giorni interi. Le esperienze vissute in questa parte di mondo sono state centinaia: intense, diverse, piene. E ognuna, nel bene o nel male, mi ha lasciato qualcosa.

Più di tutto, però, mi ha insegnato ad andare lentamente. A godere delle cose essenziali (e non mi riferisco solo alle albe e ai tramonti). A non avere paura se uno sconosciuto attacca bottone alla fermata del bus, o qualcun altro si avvicina sulla spiaggia per scambiare due parole.

Thailandia del Nord - loop al nord della Thailandia
io mentre lavoro in un ostello a Chiang Mai
Khlong Mae Kha a Chiang Mai, vista sul corso

Viaggiare soli in Thailandia mi ha aperto a un mondo più umano, fatto di connessioni spontanee e fiducia. Di persone che ti offrono un tetto quando piove a dirotto, un passaggio in motorino senza chiedere nulla in cambio, un piatto condiviso senza conoscerti nemmeno.

Quello che resta, dopo un viaggio da soli in Thailandia, è una versione nuova di te. Più morbida. Meno sospettosa. Più aperta al mondo e ai suoi imprevisti. E quando torni a casa, ti accorgi che qualcosa è cambiato davvero. La tua prospettiva, le tue relazioni, la tua identità.
Forse è proprio questo, alla fine, il senso del viaggio.

“Se stai per partire, non aspettare che tutto sia perfetto. Lascia spazio all’imprevisto: è lì che inizia il vero viaggio.”


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io cacciatore di orizzonti, mentre prendo un volo per lukla

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