Indice
- Viaggiare e lavorare: sogno da nomade o possibilità più accessibile?
- Viaggio per lavoro o lavoro in viaggio? Le due strade per iniziare
- Lavori che ti permettono di viaggiare (anche senza esperienza)
- Dove andare: mete ideali per lavorare viaggiando
- Come iniziare a lavorare viaggiando: idee, app e scambi intelligenti
- lavorare viaggiando: domande utili
- Lavorare in viaggio: come fare, cosa ho capito e perché dovresti provarci
Negli ultimi tempi, quando si pensa a lavorare in viaggio, si fa quasi sempre riferimento a quella miriade di professioni che è possibile svolgere da remoto. E, inevitabilmente, si finisce a parlare di nomadismo digitale. Viviamo pienamente immersi nell’epoca in cui tutto si può gestire con una connessione: è naturale associare viaggio, lavoro e stile di vita nomade come se fossero un unico concetto inscindibile.
Ma la vera domanda da porsi oggi è un’altra: si può viaggiare lavorando senza essere un nomade digitale? Spoiler: sì, si può. Se anche tu come me fai parte di quella generazione nata senza smartphone, ti basterà tornare con la mente a qualche anno fa, quando per viaggiare a lungo termine non c’erano piattaforme e siti con annunci. Serviva ingegnarsi: trovare lavoretti sul posto, arrangiarsi con contatti, accettare scambi. Tutto per far si che il viaggio durasse più a lungo possibile.
E sai una cosa?
Si può ancora lavorare in viaggio senza sapere nulla di remoto, web, marketing o Wi-Fi potente. Puoi viaggiare lavorando in modo semplice, concreto, artigianale.
Perché lavoro e viaggi non devono per forza significare una connessione stabile o uno schermo sempre acceso.
Viaggiare e lavorare: sogno da nomade o possibilità più accessibile?
Se il tuo sogno è quello di vivere viaggiando e di farlo a tempo indeterminato, allora sì, la strada da nomade digitale potrebbe fare al caso tuo. Ma sappi che per intraprendere davvero questo percorso, non basta solo una connessione e la voglia di partire.
Serve sviluppare competenze, diventare professionista in un settore specifico, costruire una rete di contatti, sapersi proporre alle aziende, farsi spazio in un mercato spesso competitivo.
Nella maggior parte dei casi, questo potrebbe richiedere mesi, a volte anni. Io stesso ci ho messo più di due anni per arrivare a uno stipendio che potessi considerare dignitoso.

Ma c’è un’alternativa più semplice e immediata: quella di viaggiare e lavorare in modo più spontaneo, temporaneo, ibrido. Parlo di tutte quelle professioni e attività che è possibile svolgere direttamente sul posto, senza bisogno di una carriera online.
Penso a chi lavora nei bar stagionali, a chi fa la stagione in un campeggio, a chi insegna yoga in un surf camp, a chi vende artigianato locale o si scambia vitto e alloggio per qualche ora di aiuto al giorno. Persone che hanno scelto formule non permanenti, ma che gli permettono di lavorare viaggiando, mantenere la libertà di spostarsi, conoscere luoghi senza rinunciare a tutto, né dover reinventarsi come esperti digitali.
Viaggio per lavoro o lavoro in viaggio? Le due strade per iniziare
Quando si parla di lavorare viaggiando, esistono due approcci molto diversi: uno in cui il lavoro ti segue, l’altro in cui sei tu a cercarlo lungo la strada.
Da una parte c’è chi porta il proprio lavoro con sé: un’attività che si può svolgere ovunque, basta una connessione e un po’ di organizzazione. Questa modalità permette di continuare a fare ciò che si faceva prima, ma in un contesto nuovo: una casa sul mare, una città europea, un paesino di montagna. È una forma di continuità con la vita precedente, solo geograficamente spostata. Si mantengono gli stessi strumenti e responsabilità, ma si cambia ambiente. Perfetta per chi ha già un ruolo definito e cerca più libertà, non un nuovo mestiere.
Dall’altra parte c’è chi cerca un lavoro sul posto, in funzione del viaggio stesso.
Qui il lavoro non si trasporta, si trova lungo la strada. Spesso è qualcosa di pratico, temporaneo, stagionale: servire ai tavoli, aiutare in un ostello, lavorare in un campo, fare animazione, suonare per strada, vendere artigianato. Ogni luogo offre una possibilità diversa, e chi segue questa via si adatta, si reinventa, cambia spesso attività. Non esiste un percorso lineare: c’è movimento, scoperta, contatto diretto con le persone e con la realtà locale.

Due modalità molto diverse, ma entrambe autentiche. Una mantiene ciò che si ha e lo rende più flessibile. L’altra accoglie l’incertezza, e ne fa un modo per vivere e lavorare in modo più libero. Se stai cercando ispirazione, nel prossimo paragrafo trovi una lista di lavori adatti a chi vuole partire anche senza esperienza.
Lavori che ti permettono di viaggiare (anche senza esperienza)
Quando si pensa ai lavori che ti permettono di viaggiare, spesso si immaginano ruoli legati al digitale o al freelance. Ma la verità è che esistono tante altre possibilità, anche senza esperienza, che ti portano in movimento senza bisogno di portarti dietro uno schermo.
I lavori stagionali sono un classico: puoi farti un’estate in un bar sulla spiaggia in Italia o passare l’inverno in un villaggio turistico nelle Canarie. In molti posti c’è sempre bisogno di una mano, e se ti sai adattare, troverai spazio.
Poi ci sono quei lavori più creativi e istintivi, come vendere piccoli oggetti nei mercatini, suonare nei luoghi di passaggio o proporre ciò che sai fare con le mani. Sono spesso lavori per chi ama viaggiare senza troppe strutture, con poche cose nello zaino e tanta voglia di esprimersi.
Infine, esiste un mondo di micro-attività quotidiane che possono diventare il tuo biglietto da visita per spostarti: babysitting, aiuto in ostello, pulizie, piccoli lavori di giardinaggio. Ti danno un tetto sopra la testa, qualcosa da fare e soprattutto ti permettono di viaggiare lavorando, costruendo esperienze reali.
Dove andare: mete ideali per lavorare viaggiando
Se ti stai chiedendo dove andare per lavorare viaggiando, sappi che le opportunità sono ovunque — basta solo sapere dove cercare. In Italia, ad esempio, le isole e le zone di mare in alta stagione sono un punto di partenza perfetto: Sicilia, Sardegna, Eolie, ma anche mete europee come le Baleari, la Grecia o il sud del Portogallo. In questi luoghi la domanda di personale cresce esponenzialmente nei mesi caldi.

Se cerchi qualcosa di più sostenibile sul lungo periodo, punta su mete con un buon equilibrio tra clima favorevole, costi contenuti e connessione Wi-Fi decente. Penso a posti come Valencia, Tbilisi, Palermo, Chania. Città vive ma non stressanti, perfette per chi vuole rimanere in movimento senza farsi stritolare dal costo della vita.
E se ti attira l’idea di girare il mondo lavorando, Asia e Mediterraneo restano due poli straordinari: la Thailandia, Bali, il Vietnam o anche il Marocco offrono ambienti accoglienti, persone che comprendono il valore dello scambio, e tante opportunità per chi ha voglia di costruirsi un cammino alternativo.
Come iniziare a lavorare viaggiando: idee, app e scambi intelligenti
L’idea di lavorare in giro per il mondo può sembrare complicata, ma con un po’ di elasticità e spirito pratico, è molto più semplice di quanto si pensi — soprattutto oggi, grazie a piattaforme che aprono strade concrete anche a chi parte da zero.
Se ti stai chiedendo come lavorare viaggiando senza troppe pretese, una buona risposta è lo scambio lavoro per alloggio. Funziona così: offri qualche ora del tuo tempo al giorno, in cambio di un letto, magari un pasto, e l’opportunità di vivere un luogo dall’interno.
App come Workaway, HelpX, Wwoof o Nomadlist mettono in contatto host — che cercano una mano nei loro progetti — con viaggiatori disposti ad aiutare. Puoi partire scegliendo una città, una regione, un’isola. Alcune esperienze durano pochi giorni, altre un mese o più.
In genere, non si viene pagati, ma è un modo semplice per viaggiare gratis lavorando, senza dover per forza reinventarsi esperti digitali. Se invece vuoi qualcosa di più strutturato, puoi cercare offerte stagionali o temporanee anche su piattaforme come Indeed, puntando su bar, ristoranti, campeggi o agriturismi.
Prima di partire, prenditi il tempo per leggere le recensioni dell’host, chiarire le condizioni, capire cosa ti aspetta. Niente comfort da hotel, ma scambi veri, giornate attive e un’immersione che spesso vale più di mille tour organizzati.
E se hai ancora qualche dubbio, prova. Parti per due o tre settimane, scegli una meta semplice, non troppo lontana. Fai un tentativo, anche piccolo. Non servono grandi piani, solo vestiti comodi, un’idea vaga di direzione e voglia di mettersi in gioco. Spesso basta questo. Una piccola esperienza, e all’improvviso scopri che viaggiare lavorando non è solo possibile. È un modo per abitare il mondo in maniera più leggera, più umana — e più tua.
lavorare viaggiando: domande utili
Come trovare lavoro mentre si viaggia?
Dipende da che tipo di lavoro cerchi.
Per esperienze brevi o senza esperienza, puoi usare piattaforme come Workaway, Wwoof o HelpX, che offrono scambi lavoro per alloggio. Se invece cerchi offerte pagate (bar, ristoranti, agriturismi), puoi guardare su Indeed, gruppi Facebook locali o bacheche negli ostelli. Spesso, il passaparola è il miglior curriculum.
Che lavori si possono fare in viaggio?
Tantissimi.C’è chi lavora online (grafici, insegnanti, copywriter), chi lavora sul posto (stagionali, animatori, camerieri), e chi si reinventa ogni volta: vendendo artigianato, suonando, aiutando in ostelli o progetti agricoli.
L’importante è essere flessibili e pronti ad adattarsi al contesto.
Serve un visto o un permesso speciale per lavorare viaggiando?
Dipende dal Paese e dal tipo di lavoro. Per gli scambi (tipo Workaway o Wwoof), di solito no, perché non c’è retribuzione. Ma per i lavori veri e propri sì, in molti Paesi è richiesto un visto lavorativo. Se resti in Europa con passaporto italiano, puoi lavorare liberamente. Fuori dall’UE, meglio informarsi bene prima di partire.
Come si organizza un viaggio di lavoro indipendente?
Inizia in piccolo. Scegli una meta semplice, contatta un host o cerca offerte stagionali, pianifica solo le prime notti e lascia spazio all’improvvisazione.
Prepara un profilo presentabile (soprattutto se usi app come Workaway), porta l’essenziale, resta aperto agli imprevisti.
Non serve sapere tutto, serve essere pronti a imparare.
Lavorare in viaggio: come fare, cosa ho capito e perché dovresti provarci
Negli ultimi anni ho vissuto entrambe le facce di questa vita. All’inizio ero io a inseguire il lavoro: raggiungevo luoghi dove serviva manodopera, mi adattavo alle necessità del momento, cambiavo spesso attività, ritmi, abitudini
Non sapevo se quella sarebbe diventata davvero “una strada”, ma sentivo che volevo farla mia. E così, un passo dopo l’altro, ho cominciato a costruire qualcosa che assomigliasse a una professione vera. Non tanto perché lo cercassi, ma perché il bisogno di stabilità è arrivato in modo naturale, senza forzature. Oggi, in parte, è il lavoro che segue me.
Ricordo con affetto tutti quei lavoretti trovati un po’ ovunque.
Alcuni pagati poco, altri nemmeno. Ma credimi: in certi momenti, sapere di avere un tetto sopra la testa e poter restare ancora qualche giorno in un posto che mi stava cambiando contava più di tutto il resto. È lì che ho imparato cosa significa davvero lavorare viaggiando, nel senso più umano e concreto del termine.
Durante il cammino ho incontrato persone che si muovevano per lavorare in giro per il mondo, reinventandosi ogni volta con grande leggerezza, così come ho conosciuto nomadi digitali con laptop sempre aperti e routine ben rodate. Tutti diversi, tutti in movimento. Se posso lasciarti un consiglio, è questo: prova. Magari all’inizio scegli una meta che ti ispira, guardati intorno, chiedi in ostello, prova le app, fidati del vecchio passaparola.
Scopri che tipo di lavoro c’è, che tipo di vita gira attorno. Se non ti piace, riparti. Se ti piace, fermati un po’ di più. Spostati per una settimana o per sei mesi, non importa. Se poi sentirai che questa vita ti somiglia, potrai sempre decidere se continuare, cambiare direzione o — perché no — gettare le basi per farne un vero stile di vita.
E tu? Hai mai lavorato mentre viaggiavi o stai pensando di provarci? Raccontalo nei commenti qui sotto: ogni esperienza può essere d’ispirazione per altri viaggiatori! Se l’articolo ti è stato utile, condividilo con chi sogna di fare lo stesso — magari sarà la scintilla che stava aspettando.
📌 Se senti il richiamo del cambiamento, leggi anche

Dopo un lungo percorso interiore, ho capito che la vita tradizionale non faceva più per me e ho deciso di smettere di timbrare il cartellino. Oggi sono un SEO specialist e blogger: viaggio per il mondo e racconto ciò che vedo.
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